Absoluut de moeite om te bezoeken als je op vakantie bent aan de
Azurenkust of Ligurische Kust!
Cenni
storici e note generali
I
Giardini Botanici Hanbury ebbero origine nel 1867, quando Thomas Hanbury
acquistò l'antico Palazzo Orengo ed il terreno situato sul promontorio di
Capo Mortola, per trasformarlo in un giardino di acclimatazione per piante
esotiche. Il fratello Daniel, farmacista e profondo conoscitore della
botanica, ebbe una parte non indifferente nell' ideazione e nella
realizzazione di questo progetto.
Il podere era costituito nella parte centrale da oliveto e, in parte
minore, da agrumeto e vigneto, disposti su fasce; le zone periferiche e più
scoscese erano, e sono tutt'oggi, coperte da vegetazione naturale
costituita da Pino d'Aleppo e da altre essenze mediterranee.
Grazie alla presenza di montagne che offrono protezione dai venti
settentrionali e all'esposizione a mezzogiorno, tutto il promontorio gode
di un clima eccezionalmente mite, con minime invernali che raramente
raggiungono 0°C; inoltre, l'esistenza di microclimi differenti favorisce
la messa a dimora e l'acclimatazione di piante provenienti da diverse
latitudini.
Sin dall'inizio la famiglia Hanbury compì imponenti opere di sterro e di
riporto, con costruzione di muri di contenimento, di canalizzazioni e di
cisterne per la provvista di acqua. Furono tracciati viali raccordati da
scalinate; fu realizzata una rete capillare di distribuzione dell'acqua
per l'irrigazione; venne ristrutturato il Palazzo Orengo con aggiunta di
nuove ali e della torretta.
Una parte del territorio, circa la metà, venne destinata alla
coltivazione di piante esotiche provenienti dai paesi più diversi,
riunite in base a criteri sistematici, fitogeografici, ecologici,
estetico-paesaggistici; nei restanti nove ettari venne mantenuta la
vegetazione mediterranea di cui fu favorito lo sviluppo. Alla
realizzazione della struttura del Giardino contribuì in modo determinante
il botanico-paesaggista tedesco Lodovico Winter.
Fin dal 1867 Thomas Hanbury stabilì contatti con giardini e vivai sia
della vicina riviera francese sia di altre aree europee. Negli anni
successivi lo sviluppo dei Giardini ebbe grande impulso grazie anche ai
continui contatti ed ai rapporti di collaborazione con studiosi di tutto
il mondo.
Ben presto, nel vicino paese de La Mortola si stabilì un piccolo gruppo
di giardinieri che lavoravano in giardino con gli abitanti della zona.
Alla direzione dei Giardini vennero chiamati valenti botanici dalla
Germania come Gustav Cronemayer, Kurt Dinter e Alwin Berger. Via via
incominciarono gli scambi di giardinieri e di studiosi con l'estero,
specialmente con i Giardini di Kew.
Dal 1867 al 1907 Thomas Hanbury annotò in un diario giornaliero anche le
osservazioni sui lavori del Giardino. Esistono inoltre registri di
osservazioni e dati meteorologici giornalieri dal 1900 al 1938.
Nel 1883 fu pubblicato il primo "Index Seminum", che offriva per
scambio i semi di 600 specie. Il primo catalogo delle piante coltivate nei
Giardini (1889) comprendeva 3500 specie, il terzo (1912) enumerava 5800
specie.
Dal 1887 esisteva un edificio atto ad accogliere la biblioteca e
l'erbario. Piante ancora ignote arrivavano a La Mortola, dove venivano
classificate e descritte, mentre tra i vari esemplari disposti in giardino
erano presenti alcuni tipi. Anche l'erbario si arricchiva di tipi e
sintipi. Alwin Berger (1897-1914), in tal modo, trovava materiale
sufficiente per studiare ed effettuare revisioni sistematiche.
Già alla morte di Thomas Hanbury, nel 1907, i Giardini erano conosciuti
in tutto il mondo per la loro ricchezza di piante tropicali e subtropicali
e per l'importanza scientifica delle collezioni. Il figlio di Thomas,
Cecil, lasciò il giardino in mano alla moglie, lady Dorothy, la quale
diede impulso all'aspetto paesaggistico, realizzando scorci panoramici,
altri viali, vialetti, fontane.
Durante la seconda guerra mondiale i Giardini, occupati prima dalle truppe
italiane, poi da quelle tedesche, subirono gravissimi danni, di cui
risentono tuttora..
Nel 1960 Lady Dorothy, che non era più in grado di ridare al Complesso il
suo antico aspetto e di valorizzarne la funzione, lo vendette allo Stato
Italiano. Dal 1987 i Giardini sono assegnati per la gestione
all'Università di Genova.
I
settori e le collezioni
Dall'inizio
Thomas Hanbury - come è stato detto sopra - progettò la
distribuzione sul terreno delle singole specie secondo diversi
principi. Si seguirono criteri ora sistematici (piante del
medesimo genere o di generi affini), ora fitogeografici (piante
provenienti dalla medesima area geografica), ora
ecologico-colturali (secondo il tipo di terreno, di esposizione,
di insolazione, di ventosità che le singole specie richiedono o
sopportano), ora estetico-paesaggistici.
Vennero così realizzate la "Foresta Australiana",
l"Area delle Acacie", l"Agrumeto", l'area dei
"Bambù", la zona delle "Succulente", il
"Frutteto esotico", il "Campo degli Anemoni",
il "Giardino Giapponese", il "Giardino dei
Profumi", i "Giardinetti all'Italiana".
Di volta in volta, uno dei criteri descritti sopra prevaleva sugli
altri, ma risulta evidente che le collezioni si sono venute
principalmente a costituire in seguito a criteri sistematici e
fitogeografici.
La crescita delle collezioni è testimoniata dai cataloghi redatti
tra la fine del XIX secolo e l'inizio dell'attuale. Il catalogo
del 1912, curato da Alwin Berger, riporta ad esempio 126 specie
del genere Opuntia, 114 del genere Agave, 118 taxa del genere
Aloë.
Con il passare del tempo e con il mutamento degli indirizzi nella
conduzione del Complesso alcune collezioni si sono impoverite
mentre altre, al contrario, hanno assunto maggiore
importanza. Il patrimonio vegetale ha inoltre subito un grave
depauperamento nel corso degli eventi bellici e dei successivi
quindici anni di abbandono e di immancabili furti.
Nel periodo 1960-70 venne iniziato da parte dell'Istituto
Internazionale di Studi Liguri un tentativo di recupero e di
ricostituzione delle collezioni. Il lavoro fu soltanto parziale e
non fu corredato da verifiche e registrazioni delle introduzioni:
la mancanza di tali dati ha costituito una difficoltà per le
successive ricognizioni e per le verifiche delle collezioni
esistenti.
Le più importanti collezioni coltivate nei Giardini comprendono
la famiglia delle Bignoniaceae ed i generi: Acacia, Agave,
Aloë, Brugmansia, Cistus, Citrus, Eucalyptus, Jasminum, Paeonia,
Philadelphus, Rosa, Salvia.
Attività
L'attività
iniziata dell'Università, ed in parte ancora in corso, è consistita in
un intervento di ricognizione delle entità presenti con la
ricostruzione, ove era possibile, dei dati storici di introduzione, di
sviluppo della coltivazione e dell' acclimatazione dei singoli individui.
Sulla base di queste ricerche è stato pubblicato nel 1996 il catalogo
Enumeratio Plantarum in Horto Mortolensi cultarum. Alphabetical
Catalogue of Plant growing in Hanbury Botanical Gardens. (P.G.
Campodonico, F. Orsino, C. Cerkvenik).
Una seconda operazione è stata l'individuazione delle attitudini delle
singole aree del Complesso e della loro evoluzione. Non si sono presentate
particolari difficoltà per il ripristino se nel tempo le coltivazioni di
una particolare area erano state omogenee rispetto alla sistemazione
originaria.
Il restauro e la bonifica delle singole aree richiede, ancora oggi, la
rimozione oculata delle essenze infestanti che nel tempo si sono
insediate. Si tratta, in generale, di esemplari di limitato valore o di
scarso interesse, appartenenti alla flora spontanea o spontaneizzata, che
si sono autonomamente insediati, quali Fraxinus ornus, Laurus nobilis,
Cercis siliquastrum, Ailanthus altissima. Nel caso di piante di un
certo valore collocate in siti inadatti si provvede al trasferimento in
aree più idonee.
Oltre al tentativo di riportare il Giardino allo stato voluto da Thomas,
si incrementano le collezioni con l'introduzione di esemplari di specie
perdute o nuove attraverso scambi o acquisti.
E' in corso la mappatura delle diverse aree con registrazione dei singoli
esemplari. In tempi recenti è stata iniziata la schedatura degli
individui tramite supporto informatico.
Con regolarità vengono registrate osservazioni sulla biologia e
sulla fenologia delle entità coltivate, mentre viene raccolto e
conservato il germoplasma (pubblicazione annuale di un Index Seminum et
Pollinum).
E' in corso la realizzazione dell' Erbario Moderno, che comprende le entità
attualmente presenti in Giardino.
Ci si dedica, infine, alla conservazione ex situ di piante esotiche o
spontanee in pericolo di estinzione. |






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